Qualche vicino di casa o La Signora degli Olii sta cucinando il sugo. Sono sdraiata sul divano con le finestre aperte, una folata di vento mi porta il profumo di pomodoro fresco che sta cuocendo e immediatamente la mia anima vola ad un ricordo lontano della mia giovinezza. Sono nella minuscola casa in montagna con i miei genitori, sono adolescente. Mia mamma, nella mini cucina sta cucinando la passata per condire la pasta a mezzogiorno, io sono seduta su di una panchina nella terrazza della piccola casetta e sto leggendo un topolino mentre pigramente mi faccio accarezzare dall'aria frizzante della montagna. Mio papà è seduto al tavolo e sta giocando a carte da solo. Un solitario. Presto mi alzerò e preparerò la tavola, mangeremo tranquilli la pasta col sugo di pomodoro e poi via , a spasso fra le valli di quella magnifica montagna che ha fatto da pilastro alla mia infanzia. In ciabatte, con a tracolla la mia fidata radio che gracchiava a tutte le ore la cassetta degli Europe , percorrevo gli stretti vicoli di quel piccolo borgo di montagna , fra baite disabitate e strutture cadenti. Percorrevo chilometri, all'epoca non mi pesava camminare, anzi. Passavo i miei pomeriggi da sola perchè non c'erano altri miei coetanei in quel posto, solo gente più grande con cui giocavo a bocce o a carte. Ma quello accadeva di sera, dal mattino al pomeriggio, fatta eccezione per l'ora di pranzo, il mio tempo lo passavo accovacciata su di una roccia in cima ad uno spuntone che dava sul vuoto. Da li, ascoltando la mia musica preferita , sognavo . Non avevo paura di nulla, ne del vuoto sotto di me, ne di un possibile incontro con una vipera, ne di qualche brutto incontro o di cadere. Ah...se fossi caduta...non esistevano i telefonini all'epoca e se fossi caduta i miei genitori se ne sarebbero accorti ore e ore dopo. A me non è mai successo nulla, io rimanevo appollaita sulla mia roccia a guardare l'immensità del cielo e a espandere la mia anima verso esso. Non ho mai incontrato nessuno che mi chiedesse cosa stessi facendo, a pensarci bene non ho mai incontrato nemmeno una marmotta o simili, però avevo sempre con me almeno un cane dei margari che vivevano nella borgata vicino.
L'aria che entra dalle mie finestre è fresca e mi sembra di essere li, in quella casetta che adoravo e che per anni è stata la mia vacanza. Ricordi meravigliosi. Il profumo di sugo non c'è più, probabilmente è pronto oppure il vento lo sta trasportando a qualcun altro. A me intanto è venuta fame e guarda caso proprio ieri sera ho fatto il sugo con i pomodori appena raccolti del mio orto.
La mia anima è un po' nostalgica dopo questo piccolo viaggio nei ricordi, ma ne sono lieta di aver vissuto per un attimo di nuovo quei meravigliosi attimi di vita .
Ringrazio in cuor mio chi stamattina ha deciso di cucinare il sugo e di aver spalancato le finestre in modo che il suo profumo arrivasse fino a me, ora con calma mi alzerò dal divano dove sono stata costretta a sdraiarmi per dei capogiri fastidiosi. Scalderò il sugo e mi farò un po' di pasta così da rivivere, anche solo con la mente un pranzo da bambina con i miei genitori.
E' sorprendente come un profumo possa farti spuntare delle lacrime e farti sentire felice allo stesso tempo.
Oggi mangio con mamma e papà
buon appetito a tutti.
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