giovedì 18 luglio 2024

DALLA BIBLIOTECA DI SEBASTIAN

 




TORNANO I RACCONTI RITROVATI NELLA BIBLIOTECA DI SEBASTIAN!!!! 

Una piccola sorpresa da leggere per voi che mi seguite con tanta passione. Vi voglio bene . 



IL LATO OSCURO DELLA VITA

10 Gennaio

Mi sento un alieno in mezzo ad una civiltà umana che disprezzo, con molta probabilità sono il più umano fra tutti. Che ironia. Quando parlo della razza umana lo faccio come se io non ne facessi parte, forse è così, forse mi fa solo piacere pensarlo. eppure mi sento straniero in questo mondo, non riesco ad adattarmici. Troppa violenza inutile, nessun onore, valori azzerati. Tutti che cercano di approfittarsi delle debolezze e difficoltà altrui, se poi si fa lo stesso con loro si incazzano pure. Che ironia. Ho vissuto la mia vita cercando di condividere qualsiasi cosa: cibo, casa, amicizia. Sono stato ripagato con il nulla. A chi ho offerto ha continuato a prendere, a chi ho dato aiuto ha continuato a chiederlo, nessuno ha mai pensato di dare. Nessuno ha mai pensato di farcela da solo. E perchè avrebbe dovuto? C'ero io che facevo tutto il lavoro. Loro chiedevano e io davo, quando a chiedere ero io mi ritrovavo a sbattermi da solo lungo le strade della vita, perso e smarrito, senza un appoggio , un appiglio a cui aggrapparmi. Dicono che tutto ciò plasma il carattere, ti fa diventare più forte. Stronzate! E' solo apparenza, non diventi forte, devi esserlo perchè non hai scelta, perchè chi hai sempre appoggiato tu si è smaterializzato e ti ha mandato a fanculo. Sei solo. Davanti a te si aprono due strade: o soccombi o lotti. Io ho sempre lottato. Anche per gli altri. Ma la gratitudine, la riconoscenza, il ricambiare non fanno parte di questo mondo, sembra che a capirlo sia solo io. Che ironia. Mette molta tristezza questa considerazione, credere nella luce, nella vita diventa arduo così. Sembra che sia Lei stessa a volerlo così. Ti mette continuazione alla prova, chissà poi perchè. Lei vince sempre che si superino o no le sue fottutissime prove. Credo si annoi e quindi deve farci tribolare , ancora e ancora. Questa incarnazione non mi piace, non c'è stata gioia, o ben poca. Sono state molte di più le afflizioni, le battaglie, quasi tutte perse oltre tutto. Lacrime su lacrime, pochi sorrisi , per lo più disperati per gridare al vento che non avrei mai mollato. Forse lo farò stavolta. Il branco è nervoso, pensieroso, qualcosa nell'ombra si sta muovendo, cresce silenzioso come una serpe, altrettanto velenoso. Tutti guardano me per capire come muoversi, come agire. Io non so da che parte girarmi, non ho più idee, non ho più speranze. Sono stanco e mi sento un fallito. Le prove di qualche tempo fa, quelle che credevo fossero superate, mi vengono riproposte, più difficili e spaventose e io non so come combatterle, figuriamoci a dire agli altri come fare.

Sono ferito. L'ultima battaglia mi ha lasciato una ferita che non vuole guarire, potrebbe persino essere lei a portarmi alla morte. Morte. So che non esiste eppure la temo. Ho ... avrei ancora tanto da fare qui, mi sembra di non aver vissuto affatto, vorrei fare tante cose ancora. Il pensiero di non avere più tempo è sempre più insistente, quello che la vecchiaia non mi raggiungerà mi tormenta. Non mi vedo vecchio. Ho sempre avuto la vista e non mi sono mai visto vecchio, la bara è ciò che vedo sempre più nitidamente. So che la morte non esiste ,che di là c'è altra vita e quasi non mi fa più paura. Ciò che mi fa tremare è il dolore. Quello che sentirò io e quello cha farò patire al mio branco, soprattutto alla mia compagna. Non so se sarà in grado di andare avanti da sola, temo si lasci morire dal dolore e questo mi spezzerebbe il cuore. Come prepararla ad un eventuale mia prematura morte? Le ho promesso di non lasciarla mai da sola, le ho promesso sopra la lama che non sarei morto prima di lei...ora non so se potrò mantenere questa mia promessa. Che ironia. Lungo le vie di questa strana vita ne abbiamo passate tante assieme, lotte durissime , durate anni. E ora che potremmo essere liberi e felici, ecco che giunge una nuova prova. Forse l'ultima, quella che tocca a tutti prima o poi. Oppure no. Oppure sarà una battaglia come tante che vincerò senza problemi, portando il mio branco e lei lontano da questa oscurità.



18 Gennaio

Ho fatto spostare il branco, fa troppo freddo per noi e la neve non accenna a diminuire. Abbiamo raggiunto il rifugio a sud  , dovrebbe fare più caldo ma la stufa a legna è stata accesa comunque, per i piccoli che non hanno ancora la resistenza adeguata contro il gelo. Sdraiato sul letto con la ferita che pulsa ascolto i rumori che i miei compagni producono nei gesti quotidiani per prepararsi alla lunga giornata. Tutti sanno cosa fare senza che io glielo debba ripetere ogni volta, ormai hanno imparato, anzi, sanno che ciò che gli ho insegnato è per cavarsela quando un giorno io non ci sarò più.

La legna brucia allegra in questa tetra mattina di gennaio, il suo scoppiettio mi fa tornare indietro nel tempo, ad un passato che rimane per me un ricordo dolce amaro, ad una madre anaffettiva ,incapace di esprimere il benchè minimo sentimento per me, suo figlio minore. Per lei tutto era solo dovere, mai un gesto affettuoso, per lei non servivano a nulla. Eppure io le volevo bene, crescendo mi sono reso conto che quel sentimento era unidirezionale e i bei ricordi che credevo fossero per entrambi in realtà erano solo miei . Nonostante siano passati anni dalla sua morte lei riesce ancora a farmi male. Mi hanno detto che ha fatto il meglio che poteva, io ho sempre pensato che il suo meglio ha fatto schifo e che se si fosse impegnata un po' di più non l'avrei odiata così tanto. Negli anni ho capito che la capacità di amare o ce l'hai o non ce l'hai, lei non  l'aveva, tutto qua. Gliene posso fare una colpa? No, e questo mi fa incazzare ancora di più perchè da carnefice passa a vittima e io rimango un effetto collaterale della sua vita. Che ironia.

La domanda sorge spontanea: io che padre sarei? Sarò migliore di mia madre o uguale a lei e non me ne rendo conto? I miei figli mi ameranno o proveranno per me lo stesso disprezzo che io provavo per mia madre? Per ora il problema non si pone, la mia compagna ha da poco compiuto un anno di trasformazione. Ha chiesto di esser trasformata da me per potermi stare accanto in maniera più completa, l'ho accontentata e ora  sta trovando il suo equilibrio e  non ho nessuna intenzione di renderle la vita difficile in questo momento delicato . Non ho fretta , forse nemmeno li voglio dei figli. Questo mondo non è poi così bello per bambini, figuriamoci per dei miei , così particolari e diversi dagli umani. Già, loro di umano non avrebbero nulla, non proveranno mai le sensazioni che ho avuto io , non so se sia un bene o un male in tutta onestà. Conosco entrambe le realtà della mia duplice natura , ognuna di essa ha i suoi pro e i suoi contro, anche se nel tempo o capito che quella del lupo è migliore, la preferisco, ha valori saldi e leggi che tutti rispettano, la maggior parte di noi almeno . La famiglia è ancora un valore importante per noi , nessuno viene abbandonato, ci aiutiamo a vicenda e se uno sbaglia non viene additato o criticato, ma soccorso e assistito per ritrovare la strada giusta. Questo gli umani non lo fanno, perlomeno quelli che ho conosciuto io. Essere un licantropo per alcuni è una dannazione mentre alcuni l'hanno vissuta come una liberazione dalle catene dei limiti umani. Per me non è ne l'una ne l'altra. Ci sono due modi per diventare licantropi : o vieni morso da uno di noi o ci nasci. A me non è successo. Non sono stato morso, ne ci sono nato. Io sono quello che è stato considerato un esperimento. Un esperimento ben riuscito, ma non per i miei creatori , che sono stati uccisi  uno per uno. No, non per quello che hanno fatto a me, ma per quello che hanno fatto "anche" a me, perchè io non sono l'unico su cui hanno fatto esperimenti. Non sono l'unico a cui hanno fatto del male.  Sono l'unico che è riuscito bene. E ora mi tocca pulire il casino che quei bastardi hanno fatto. Stronzi .

Avevo undici anni quando mi hanno rapito. Quel giorno me lo ricordo come fosse ieri, avevo litigato nuovamente con mia madre, lei insisteva a voler che io frequentassi solo persone della congrega e a me non andava, volevo essere un bambino normale, come tutti. Vallo a spiegare ad un undicenne nato da una strega e dal grande sacerdote della più importante congrega di streghe dello stato che il sangue non si mischia! "Razza pura caro, questo è essenziale" . Fanculo, io volevo solo giocare a pallone con i ragazzini del vicolo, cosa me ne fregava di studiare alchimia e erboristeria! Tuttavia chinavo la testa sui libri ,fino al giorno in cui non ci riuscii più a sottostare, alzai la testa e urlai contro quella donna castrante di mia madre e uscii di casa sbattendo la porta. Non tornai più ,non per mio volere, ma perchè un furgone nero con a bordo degli uomini incappucciati mi si affiancò e mi presero. Mi chiusero in una gabbia come una bestia allo zoo. Rimasi prigioniero di quegli uomini per cinque anni, dove di me fecero quello che vollero. Mi iniettarono ogni giorno per un mese un liquido rosso nelle vene che mi bruciava dentro come se fosse fuoco dell'inferno. Seguirono le torture, venni tagliato, mutilato, elettrificato, bruciato, annegato e altre cose indicibili. Avevano una fantasia inesauribile e irrefrenabile nel provocarmi dolore. Scoprii ben presto e con orrore che ciò che mi iniettavano era sangue di licantropo. Volevano unire i miei poteri innati di stregone a quelli del lupo mannaro e li mettevano alla prova con la tortura, che io superavo ogni volta. Mi tenevano sempre incatenato e al limite della mia forza in modo che non potessi tentare la fuga. Non c'ero solo io, avevano rapito altri bambini , maschi e femmine senza nessuna discriminazione, decine probabilmente. Non li potevo vedere, ogni gabbia era isolata dalle altre, ma sentivo le loro urla quando toccava a loro esser sottoposti "agli esperimenti" come quei bastardi chiamavano la tortura. Sicuramente loro sentivano me. Io fui fortunato, venni liberato da un ragazzo, figlio di uno dei miei aguzzini, che scoprì gli orrori che suo padre stava realizzando nei sotterranei del suo club privato. Mi aiutò a scappare e scappò a sua volta da un padre che , capito che il figlio aveva scoperto tutto, voleva riservargli un trattamento speciale . Luke cambiò nome e si rifugiò in Italia dove si creò una nuova vita , ma il lungo braccio del padre , sempre in sua ricerca, riuscì a scoverlo e senza tanti complimenti lo uccise. Sul sagrato di una chiesa, davanti alla sua futura moglie. Si stavano per sposare. Fu l'errore più grosso che la Setta della luna , così si facevano chiamare, commise perchè da quel fatto nacque Utopia. Alla fine si può dire che , anche se indirettamente, crearono il guerriero perfetto. Esperimento riuscito. Utopia era l'incarnazione perfetta di tutto ciò che loro desideravano, potere ineguagliabile e indistruttibile! Peccato che non rispondeva a loro. Ora si sono invertiti i ruoli, sono loro a dover scappare da una forza così distruttrice che molti di essi hanno preferito ammazzarsi piuttosto che finire nelle sue mani. Che ironia.

Se a loro pensa Utopia so che avranno ciò che si meritano, io mi devo concentrare su tutti gli altri. Io sono l'unico loro esperimento riuscito, ho mantenuto la mia coscienza e il mio equilibrio e sono riuscito a fondere la mia natura con quella del lupo, non senza difficoltà , almeno all'inizio, ma ora ho trovato il mio centro e stabilità. Gli altri bambini non hanno avuto la mia stessa fortuna e ora che sono liberi perchè la setta è stata spezzata, girovagano nel mondo creando orrori e morte. Devo fermarli e dargli pace, non c'è alternativa per loro, sono irrecuperabili e potrebbero infettare gli umani creando così altri mostri. E' questo che voglio evitare, perchè di mostri il mondo ne è già pieno. Si chiamano umani. 

continua...

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