A scuola fin dall'infanzia i nostri maestri ci insegnano a fare dei cerchi.
Si iniziava sempre con il cerchio della o , in due forme; la o in corsivo e la o in stampatello. Maiuscola O e minuscola o. Poi il cerchio si trasformava in torta da suddividere in fette per i problemi matematici, di seguito arrivava il cerchio dei diagrammi e infine dal cerchio della geometria si passava alla ben più complessa sfera della trigonometria. ( oddio io non l'ho mai fatta, c'era la sfera in trigonometria? boh, passatemela per buona dai) .
Mufasa, il re leone, spiegava a suo figlio Simba il cerchio della vita.
Qualcuno afferma che persino il tempo, che noi crediamo lineare, sia in realtà un cerchio.
A me piace il cerchio. Anche a re Artù piacevano i cerchi, tanto da creare la tavola rotonda.
I nativi americani tenevano i loro consigli dei saggi seduti in cerchio.
Una canzoncina di quando eravamo piccolo faceva " Giro giro tondo.." altri cerchi anche qui.
Innegabilmente la forma del cerchio è importante per noi . Perchè?
Perchè nel cerchio si è tutti uguali, nessun primo e nessun ultimo, nessuno più alto e nessuno più basso.
(Qui Artù la sapeva lunga), il cerchio è quella forma da cui si parte da un punto per ritornarci, e se unisci la linea in cerchio non vedrai più dov'è il suo inizio ne dov'è la sua fine. Nella nostra vita tutto ha un inizio e una fine, non può esserci una senza l'altra. Ogni cosa che ha un inizio ha una sua fine, ed è una delle poche certe che abbiamo. La vita inizia e finisce. Esiste il primo giorno di scuola ma esiste anche l'ultimo giorno di scuola, e sono entrambe tappe importanti. Anche le situazioni sono così, per quanto possano essere brutte, state pur certi che finiranno. Anche le malattie seguono la stessa regola. Io ho aperto ( mio malgrado) il mio cerchio a novembre del 2019 e dopo un enorme giro, finalmente, sta per giungere alla sua fine, entro novembre di quest'anno.
In questi 4 anni la strada percorsa è stata tanta. Molte vittorie, tante cadute, altrettante rialzate fino a giungere qui. Presto arriverà la mia ultima operazione, quella in cui mi posizioneranno la protesi definitiva al seno. In questi 4 anni ne ho passate tante, fisicamente ed emotivamente . Sono stata costretta a lavorare su me stessa, sui miei demoni ( intesi come paure) a guardarmi, riflessa in un specchio, dritta negli occhi a capire chi sono, cosa voglio e soprattutto cosa posso fare. Ho pianto, ho riso, mi sono disperata e mi sono rimboccata le maniche. Ho fatto i conti con il mio passato e ho cancellato il mio futuro per poterlo ridisegnare nel mio presente. Lavorare su se stessi è la cosa più difficile che c'è e non si arriva mai alla fine perchè si può sempre migliorare e di cose da capire e da imparare ce ne sono a bizzeffe. Ma oggi, quando mi hanno comunicato che a breve sarò operata, l'ho presa come una ricompensa per il lavoro che ho svolto su di me fino a qua, ben conscia comunque che la mia strada non è ancora finita.
Finalmente questa storia si chiuderà, non sarò più a metà come ultimamente mi sentivo. C'era sempre quel seno assente, deforme che tirava e creava crampi alla schiena. Non ci sarà più il pensiero di dover dare delle risposte, non ci saranno più gli sguardi curiosi posati sulle mie magliette storte.
E' vero un seno mancante non fa di meno una non donna, ma era una cosa sospesa. Se mi avessero detto che mi toglievano il seno e basta, avrei lavorare per accettare questa sentenza, ma il dover aspettare così tanto per concludere questa "malattia" e poter tornare ad una pseudo normalità mi stava un po' logorando.
All'inizio , dopo le chemio avevo espresso il parere di non farmi ricostruire il seno, ma i chirurghi mi avevano detto che loro volevano regalarmi una normalità, un potermi guardare allo specchio e non dover guardare un corpo che mi avrebbe per sempre ricordato il cancro. E avevano ragione. Dopo tempo , quando mi guardavo rivedevo le chemio, la sofferenza. Non mi era concesso il "dimenticarmi " e dopo il cancro del Grande Orso, ho iniziato ad averne bisogno. Io sono fortunata perchè tra poco potrò "dimenticare", mio marito no.
Sarà dura, non è un'operazione semplice ne leggera, perchè si tratterà di operare entrambe le mammelle ( si mi rifaranno anche l'altra per averle proporzionate) dovrò fermarmi per alcuni mesi, tutto sommato vale la candela se poi ho finito. Io ho comunque su un espansore che, se vi ricordate è stato gonfiato, ma che ora è totalmente sgonfio e non va per nulla bene, i muscoli del braccio, schiena e collo iniziano a far male, aver crampi e il braccio faccio più fatica ora ad alzarlo. E' un po' come andare in giro con una ruota sgonfia della macchina. ( esempio tirato lo so ma è l'unico che mi è venuto)
Bene, esattamente la data esatta non ce l'ho ancora, ma sarà entro novembre, vi terrò informati.
Alla prossima Eli