La morte.
Quando arriva rende lucido che deve andare e confuso chi rimane. Che strano, ho sempre pensato fosse l'opposto. Arriva silenziosa e magnanima, si siede in un angolo e , tranquilla, aspetta. La si percepisce e non si vede, o meglio, non si vuole accettarne la presenza. Chi deve andare la sente con maggior intensità e viene preso dalla paura. Poi passa. Morire allora sembra una cosa desiderata, secondo me, perchè la Morte parla con chi andrà via, racconta cosa succederà e, magari, descrive persino il luogo in cui si andrà. La Morte , in alcuni casi, è gentile, viene qualche mese prima , così sia chi rimane che chi se ne va, inizia a farci l'abitudine, a prenderci confidenza, fino al giorno in cui la sua presenza si fa Vita, apre le porte del mondo invisibile, dove ci saranno , pronti a darci conforto e forza, tutti quelli che ci hanno preceduto, ed è proprio assieme a loro , a alla Morte, che si va via, attraversando i cancelli del Grande Giardino, del Valhalla, per riunirsi a ciò che è e che è sempre stato.
E' quasi un sollievo, un tuffo in acqua in una giornata torrida, un letto comodo con le lenzuola pulite, una leggera brezza sul viso, la dolce carezza di mamma.
Se solo chi rimane potesse avere la stessa esperienza...sarebbe più facile lasciar andare. Chi resta è confuso, percepisce la Morte, non l'accetta e cerca disperatamente un rimedio, un "miracolo" che possa salvare chi deve andare. Lo si cerca non per loro, ma per chi resta perchè una vita senza i nostri cari non la vogliamo vivere, quindi, con le unghie e con i denti, li teniamo qui, accanendoci contro il loro male più di quel che si dovrebbe fare. Si combatte contro la Morte illudendosi di poterla dissuadere in qualche modo a non portarci via chi, fino ad adesso, ha fatto parte della nostra vita. La verità è questa: di chi va via ce ne importa poco o nulla, è di noi che ci preoccupiamo. Saremo noi, chi resta, a dover vivere da soli, senza quel pilastro, sbattuti fuori dalla nostra confort zone, costretti ad accettare che la nostra vita ha subito un cambiamento, di conseguenza , ci spinge a cambiare noi stessi, le nostre abitudini, la nostra visione e le nostre comodità. Ecco perché piangiamo tanto ai funerali, per il NOSTRO dolore, non per quello di chi se ne è andato. Non potremmo neanche in effetti, nessuno può piangere per un dolore non suo, è impossibile.
Dura da digerire vero? Eppure l'essere umano è fatto così. L'amore provato centra poco qui. Lo sento i vostri "NO! Non è così, io piango perchè X è morto, gli volevo bene". Certo. E' così. TU avresti voluto vivere e fare ancora tante cose con X. TU. Quindi piangi per questo. Davanti alla Morte bisogna essere sinceri. Della sorte di chi va poco importa: come starà, dove andrà, cosa farà, sarà stato pronto ad andarsene? Avrà rimpianti? Avrà fatto tutto ciò che doveva prima di andarsene? E ora che è via, starà bene? Sarà felice? Riuscirà ad andare avanti o sentirà anch'esso la nostra mancanza come noi sentiamo la sua?
Tante domande che avranno risposta, quando i cancelli dell'invisibile verranno aperti per noi.
Eli.