lunedì 3 febbraio 2020

Una storia da raccontare. 03/02/2020

Per capire certe cose non basta osservare attentamente, bisogna viverle, masticarle come il cane fa con un osso. Si cade troppo spesso nell'uso di giudicare pensando, a torto, di avere capito di più (o tutto) del diretto interessato. Vederla da fuori la situazione pare così semplice che persino un bambino potrebbe farla, basta fare A poi B di seguito C e tutte le cose si risolvono! E la frase "io ho fatto così" è la peggiore che si possa dire perché non si comprende mai che ciò che vale per uno NON vale per tutti, ma bensì solo per uno! Si crede troppo spesso che i fili d'erba siano tutti uguali, invece si assomigliano solo. Non rispettiamo più la indole degli altri, ci vorremmo tutti uguali a noi. C'è qualcuno che ci ha anche provato a farci uguali. Mi pare fosse tedesco....
La società ci vuole squali affamati, forti, instancabili pronti a sostenere montagne senza mai piegar ginocchia! Poi però scende la lacrima sui ricordi "dei bei vecchi tempi". Eh già! C'è ipocrisia nell'aria. O forse è solo tanta confusione per chi o cosa dovremmo o vorremmo essere che alla fine si è più persi di un navigatore in un deserto. Speriamo passi un cammello!
Isolarci o inserirci? Combattere o lasciar perdere? Unirsi o dividerci? Ah che problema. Semmai un ritorno alle radici, le NOSTRE radici, quelle di essere umano senziente e capace di provare e CAPIRE emozioni, anche (se non sopratutto) quelle degli altri? Si ricorre a : meditazioni,  seminari, corsi, aggiornamenti, libri senza mai giungere al nocciolo della situazione. Noi.
Baci Ely

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