24 agosto 2022
Fin da quando ero bambina, ho sempre passato le mie vacanze estive in montagna. In questi giorni, grazie a degli Angeli, ho potuto passare qualche giorno su per i monti, e mi si sono sbloccati milioni di ricordi.
In montagna le case sono piccole, c'è solo l'essenziale e ,stranamente, non hai bisogno di altro. Al mattino vieni svegliata dal muggito delle mucche e da qualche capra, in lontananza senti le campanelle nascoste nei collari dei cani pastori, cani che alla sera fanno il giro del borgo, nei cortili delle case per accaparrarsi gli avanzi di cibo, che come tradizione, si lasciano in piatti di carta e al mattino dopo si buttano. O , almeno, io ho sempre visto fare. In montagna non ci sono rumori, le tv stanno spente durante il giorno, c'è pochissima connessione, non si sente rumore di traffico, anche perchè macchine ce ne sono ben poche. Amo la gente montana, riservata, gentile, cortese e disponibile., forse un po' rude, ma solo perchè la vita lassù è dura, il lavoro è tanto.
Ho potuto sentire i tanti profumi della natura, profumi che avevo dimenticato: quello delle felci, dei rododendri, e di tutte le erbe che incontri passeggiando per le valli. Ho potuto riassaporare anche le dolcissime more selvatiche, che crescono in libertà e regalano i loro frutti alle genti di lassù che sanno come fare una squisita marmellata. L'acqua dei piccoli torrenti, purtroppo quasi asciutti dalla siccità che continua a colpire il Nord-ovest dell'Italia, non era ghiacciata come ricordavo, solo bella fresca, purtroppo perchè il grosso di quell'acqua veniva prodotta dai ghiacciai di cui oggi non c'è traccia.
Passeggiando per il borgo ho visto un parco giochi in cui giocavano alcune bambine, le più grandi sedute al tavolo con i libri aperti per fare i compiti delle vacanze , mi hanno fatto comparire un sorriso sulle labbra...anni e anni fa c'ero io al loro posto e trovavo quasi piacevole fare gli esercizi di matematica seduta all'aperto con il sole mattutino che mi scaldava le spalle.
E poi gli animali....marmotte ( che mi hanno ricordato tanto la mia Uffa, come lei tanto lunghe quanto larghe.) Il Cerbiatto visto mentre si arrampicava sulla nuda roccia, una poiana a terra , vicina ad un ruscello che si è alzata in volo con gran maestosità. Le capre abbarbicate sui tetti delle casette che i margari usano per tenere al fresco i formaggi. E poi lei....solitaria, in cima sul picco più alto, mentre in volo tiene d'occhio il mondo, l'aquila.
La maestosità della montagna, la sua grande forza che scaturisce dal passare vicino ad un enorme masso caduto da chissà quale cima, e infine lui.... il grande , impressionante , SILENZIO. Un silenzio pieno di vita, un silenzio fatto di armonia e condivisione reciproca dello spazio. Un silenzio sacro che non vuoi spezzare con musichette del cavolo scaturite dai cellulari, o da voci umane che sai, andranno a disturbare la sacra quiete del luogo. E li capisci... capisci che è così che dovremmo vivere noi umani, come facevano una volta i Nativi Americani, da quel silenzio tu comprendi il mondo. Se si riuscisse a vivere connessi con la natura, alle regole della natura, con quel silenzio sacro e divino , noi saremmo dio.
Viviamo invece nella plastica, nel rumore, nelle mille e più informazioni che ci friggono il cervello ogni istante del nostro tempo. Inutile spegnere la tv, cancellarci dai social, aborrire il cellulare e tutta la "modernità " e tecnologia.
Ho sempre adorato la montagna, con i suoi tempi ( lì un'ora dura un'ora non cinque minuti come in città), i suoi profumi, l'erba profuma lo sapevate? Qui no, lassù si. I suoni, le campane alla domenica mattina, i suoi ritmi e stagioni. Amo la sua durezza, con lei non si fa gli imbecilli, è anche tanto generosa donando i suoi frutti con abbondanza . La montagna ama come una madre, e insegna come una nonna.
Grazie agli Angeli che , a me e al Grande Orso, ci hanno donato questi giorni di puro oro sacro.
mettiamoci in modalità on
be ready, Ely.